Nascita dell'uncinetto
Adori lavorare all'uncinetto e creare tante piccole meraviglie? Poi, magari, il lockdown forzato del 2020 ti ha offerto più occasioni da dedicare al tuo passatempo preferito. Questo però ha fatto accrescere la tua curiosità, e adesso vuoi saperne di più sulla storia.
Bene! Proviamo a ricostruire insieme il percorso dalla nascita fino all’evoluzione dell’uncinetto.
Uncinetto: primi cenni storici
Questa raffinata tecnica affonda le sue radici negli albori della civiltà, non a caso i primi lavori ritrovati vengono associati al mondo egizio.
Ma le testimonianze di antichissimi lavori realizzati all’uncinetto sono sparse un po’ ovunque, in giro per il mondo: dalla Cina, dove la tecnica veniva adoperata principalmente per realizzare delle graziose bambole dall’aspetto tridimensionale, alle tribù africane che, invece, usavano realizzarvi il copricapo e gli ornamenti dei loro capi.
Riguardo allo strumento adoperato, sembrerebbe che i primissimi lavori venissero realizzati addirittura con le dita. Si è poi passati progressivamente ad adoperare strumenti realizzati prima in legno o in bambù, successivamente in ambra o avorio.
Come si arriva all’uncinetto moderno?
Le prime forme di uncinetto e tipologie di lavori simili a come siamo abituati a conoscerli oggi, sembra vennero realizzate nel XVI secolo, in Italia. Erano le suore di clausura sparse per i vari conventi lungo tutto lo stivale a realizzarvi preziosi ornamenti in pizzo e i paramenti sacri che avrebbero indossato i sacerdoti, durante le funzioni religiose.
La capillarità della rete monastica in tutta Europa, traghettò rapidamente l’arte dell’uncinetto negli ambienti cattolici in Spagna ed Irlanda, finché una nobildonna di origini francesi. Eleanore Riego de la Branchadière, non notò i lavori realizzati in un convento di Dublino, restandone entusiasta per il loro pregio e la loro delicatezza.
Decise dunque di cominciare a lavorare personalmente all’uncinetto: fece sua la tecnica, la perfezionò e cominciò a svolgere anche un’intensa ed efficace opera di divulgazione; prima parlandone in qualche articolo sulla rivista di cui era redattrice, successivamente arrivando a pubblicare ben undici libri sull’argomento, ognuno ricco di suggerimenti tecnici e schemi per la realizzazione dei lavori con l'uncinetto.
Nel 1848 l’arte dell’uncinetto era talmente diffusa in Irlanda al punto da essere considerata quasi patrimonio nazionale, e si rivelò anche una preziosa fonte di sostegno economico per il Paese, nei periodi in cui fu flagellato dalla carestia. Non a caso il pizzo di Clones, dove tutto ebbe origine, e tuttora famosissimo in tutto il mondo.
In pratica, fu la moglie del parroco ad avviare una piccola industria a conduzione domestica, i cui proventi servirono per prestare aiuto alle famiglie rese indigenti dalla carestia. Si trattava di raffinati lavori di pizzo all’uncinetto, che evocavano parecchio l’allora più noto pizzo veneziano e che, oltre a non avere nulla da invidiare al glorioso predecessore, risultavano anche di più rapida realizzazione.
Quando gli echi della fama e del pregio dei lavori realizzati in Irlanda giunsero fino alla corte della regina Vittoria, fu la sovrana in persona a contribuire alla consacrazione e nobilitazione dell’uncinetto, promuovendo una mostra di lavori a Londra.
A partire da questo momento, quella del pizzo all’uncinetto divenne un’autentica moda largamente diffusa in tutto il Regno Unito e la domanda aumentò vertiginosamente. Fu questo il momento della consacrazione ufficiale dell’industria dell’uncinetto. Si cominciarono i trascrivere gli schemi, che prima venivano realizzati a memoria e tramandati verbalmente, e vennero successivamente distribuiti in giro per il mondo.
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